8 Marzo

8 Marzo

8 marzo: una data simbolica, convenzionalmente scelta per rappresentare le donne in lotta per il riconoscimento dei propri diritti e delle proprie libertà.

Tutto ha inizio il 3 maggio 1908, quando l’attivista Corinne Brown presiede la conferenza tenuta dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater, a cui invita tutte le donne (e chiamata “Woman’s Day”, il giorno della donna), durante la quale si discute dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. L’iniziativa non sortisce subito l’effetto sperato, ma il 22 novembre 1910 a New York si svolge un grande sciopero a cui prendono parte ventimila camiciaie, per rivendicare migliori condizioni sul posto di lavoro. Negli anni successivi scioperi, manifestazioni e fatti di cronaca portano all’istituzione di una Giornata Internazionale della Donna, celebrata, dal 1977, l’8 marzo di ogni anno per ricordare conquiste sociali, economiche e politiche, discriminazioni e violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del globo.

Ma quanti “8 marzo” esistono nel mondo? Tanti, in realtà. Date importantissime che insegnano come e quanto sia limitante parlare di donne in lotta unicamente una volta all’anno; come la lotta femminile sia un impegno quotidiano che richiede forza e coraggio costante.

È il 2007 quando Khalida Popal, con l’approvazione e il supporto dell’Afghan Football Association, forma la prima nazionale di calcio femminile a Kabul, dove il regime talebano vieta alle donne di praticare qualsiasi sport o di assistere a eventi sportivi. A causa del suo impegno in prima persona nel mettere lo sport al centro delle rivendicazioni femminili – attraverso l’organizzazione Girl Power – riceve numerose minacce di morte che la portano a lasciare l’Afghanistan, cercando rifugio prima in India, poi in Danimarca.

Novembre 2014 | Dopo mesi di sequestro e violenze di ogni natura, Nadia Murad, scappa dalla città di Mosul, dove era tenuta dagli uomini dell’ISIS in regime di schiavitù insieme ad altre 6700 donne yazide. Riuscita a fuggire e a raggiungere il campo profughi di Duhok, nel nord dell’Iraq, e da lì Stoccarda e la Germania. Ambasciatrice Onu, Nadia è impegnata in prima linea in attività ed iniziative per il supporto delle vittime della tratta e del genocidio delle minoranze. Nel 2018 è insignita del Premio Nobel per la pace.

6 marzo 2015 | Le Feminist Five, un gruppo di attiviste pechinesi composto da Li Maizi, Wei Tingting, Zheng Churan, Wu Rongrong e Wang Man, vengono arrestate per aver affisso dei manifesti che denunciano le molestie sessuali sulle donne cinesi a bordo dei mezzi pubblici, rivendicando al contempo la libertà sessuale delle donne e il loro diritto di rifiutare la maternità. Un atto ritenuto sovversivo da un regime, quello cinese, ancora profondamente ancorato all’idea di famiglia tradizionale. La loro detenzione accende da avvio ad una grande mobilitazione social che chiede a gran voce la liberazione.

Novembre 2017 | Danica Roem, è la prima transgender a vincere le elezioni nelle file dei Democratici alla House of Delegates della Virginia, battendo la candidata anti-LGBTQ Kelly McGinn che aveva i matrimoni dello stesso sesso “moralmente ripugnanti”.

4 aprile 2018 | Bogolo Kenewendo, a soli 31 anni, viene eletta ministro degli Investimenti e dell’Industria del Botswana. È la più giovane africana della storia a ricoprire un ruolo di potere.

21 giugno 2018 | l’attrice ribelle Minerva Velanzuela porta in scena lo spettacolo “Los caballeros las prefieren prensas (o muertas)”, in un teatro di Città del Messico dando voce alle tante, troppe donne, in uno stato di subalternità sociale perenne, che ogni giorno in Messico vengono uccise senza avere giustizia. Un cabaret disobbediente che, attraverso le risate, racconta il dolore.

20 settembre 2019 | Gulalai Ismail, atterra a New York dal Pakistan, da dove è fuggita con l’accusa di tradimento per aver denunciato le costanti violenze della polizia nei confronti di donne e ragazze pakistane e il suo impegno costante , grazie all’azione della sua associazione Aware Girl, per l’emancipazione femminile.

13 ottobre 2019 | Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano e attivista per i diritti e l’emancipazione delle donne è tra i 9 civili uccisi ieri a sangue freddo dai miliziani filo-turchi a sud della città di Tel Abyad, nel nord-est della Siria.

L’8 marzo è tutti i giorni, dentro e fuori ciascuna di noi, quando con i nostri gesti, il nostro impegno e la nostra voglia di non arrenderci, diventiamo il volto migliore di una società che, troppo spesso, davanti ai problemi, preferisce guardare dall’altra parte, lottando – spesso pagando il prezzo più alto – scendendo in prima linea, per rendere il mondo un posto migliore per tutti.

“Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una Donna!”

William Shakespeare