Quante e quali parole servirebbero per descrivere e rendere giustizia all’immensità della produzione dantesca? Impossibile dirlo perché, forse, non esistono ancora vocaboli capaci di esprimere appieno la profondità e la grandezza dei versi di Dante Alighieri, Sommo Poeta ma anche linguista, teorico politico e filosofo considerato, a ragione, uno dei pilastri della cultura occidentale, in grado di spaziare abilmente all’interno dello scibile umano, e di cui oggi, cade convenzionalmente l’anniversario dalla nascita.
Di rara e venusta bellezza, i suoi versi immortali, frutto di quel “miracolo” – definito tale da studiosi come Erich Auerbach, Ernst Robert Curtius, Michele Barbi, Antonino Pagliaro ed Eugenio Montale, solo per citarne alcuni – di straordinaria meraviglia evocativa, me hanno fatto un prodigio che si colloca fuori dall’ordine naturale delle cose.
La sua Commedia, a cui i suoi stessi contemporanei danno l’appellativo di Divina, rappresenta non soltanto una delle più alte opere di poesia mai scritte, ma anche la prima grande opera letteraria realizzata in una lingua europea moderna, il volgare: idioma del volgo, del popolo, povero nel lessico e privo di codificate regole grammaticali e sintattiche. Come il più abile degli orafi, Dante trasforma il suo diamante grezzo e ne fa lo strumento linguistico a cui affida la più grande opera di letteratura che sia mai stata pensata: in un viaggio allegorico, di ricerca etica e morale, egli indaga il destino dell’uomo dopo la morte cercano di rappresentare i misteri dell’infinito e del divino.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
Inferno, XXVI (vv. 118-120)
In un momento storico che vede il Medioevo tradursi nell’Età Moderna, in modo lento ma inesorabile, Dante è capace di travasare all’interno della propria opera una mirabile summa della realtà storica e della cultura medievale: una sintesi che fonde le radici di epoca greca e romana alle influenze delle nuove culture affacciatesi in Europa nel corso dei secoli: germanica, slava, greco-bizantina, araba ed asiatica. La Divina Commedia diviene, pertanto, un unico, preziosissimo, documento storico ed un fondamentale elemento di collegamento tra Medioevo e Modernità, che in quello getta le proprie inderogabili basi.
All’immenso ed immortale Dante, auguri di buon compleanno!
articolo di Carmela Chiara Corso
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