ByoWave

ByoWave
Accessibilità, gioco e inclusività

L’accessibilità è un concetto sempre più articolato e nevralgico che coinvolge, e coinvolgerà anche in futuro, ogni settore del vivere quotidiano. Parola d’ordine: inclusività. Anche e soprattutto se si parla di attività legate al tempo libero, spesso troppo limitanti e per le quali la disabilità rappresenta, ancora, una barriera difficile da valicare.

Una di queste è, senza dubbio, rappresentata dai videogiochi, tra gli hobby più popolari al mondo. Con una community di 2,6 miliardi di persone, quella del gaming è l’industria di intrattenimento più redditizia del globo (ancor più che cinema e musica) che, negli ultimi tempi, e soprattutto dall’inizio della pandemia, è in forte crescita e che ha visto allargare il suo pubblico, sempre più vasto e variegato.

In un mondo caratterizzato dall’evoluzione tecnologica, molto è stato fatto per coniugare gioco e inclusività – dalla realtà aumentata, a varie opzioni di accessibilità introdotte in giochi e/o console – ma di certo si può e si deve fare di più.

Tra i primi a muoversi in questa direzione, ci sono giganti come Microsoft e Logitech. Nel mare magnum dei colossi del gaming, però, esistono anche realtà giovani, dinamiche e attente a non precludere e a garantire la miglior esperienza di gioco ad un pubblico eterogeneo, rispondendo ad esigenze e richieste diversificate. Un esempio è ByoWave, start-up irlandese pensata da e per i gamers, fondata lo scorso giugno, che crea controller per videogiochi, modulari e accessibili per giocatori disabili e non.

La storia di ByoWave è quella di due giovani ragazzi, Eibhlin O’Riordan e Brandon Blacoe. Come spesso accade, è l’esperienza diretta ad avvicinarli alla tematica della disabilità. Eibhlin, infatti, soffre della Sindrome di Ehlers Danlos, una malattia ereditaria relativamente rara, caratterizzata da ipermotilità articolare, iperlassità del derma e fragilità diffusa dei tessuti, che rendono assai difficoltoso giocare ai giochi elettronici utilizzando gli hardware esistenti. Appassionata di giochi, Eibhlin decide di prendersi una rivincita sulla sua malattia e di impegnarsi anima e corpo per coltivare la sua passione, impedendo ai suoi svantaggi fisici di seguirla nei mondi virtuali che ama.

«Quando avevo 14 anni mi sono infortunato un nervo della mano destra, mai completamente guarito a causa della mia HEDS, a seguito della quale ho sviluppato una dolorosa condizione nervosa chiamata “sindrome dolorosa regionale complessa” (CRPS, o distrofia simpatica riflessa). Per molto tempo non sono stata in grado di utilizzare la mano senza provare dolore. Improvvisamente non ero più in grado di svolgere molte attività che amavo fare, come utilizzare controller generici per videogiochi. Il gioco era ed è una parte enorme della mia vita, è una fuga dal mio dolore cronico. Quando ho sviluppato la CRPS, non riuscivo ad accettare di non essere in grado di giocare o di fare tante altre cose. Ho speso molti anni e denaro cercando di trovare un’alternativa accessibile al mio problema, ma non sono mai riuscita a trovare un controller che andasse bene per me. Volevo solo essere in grado di costruire il controller dei miei sogni e non riuscivo a capire perché non ci fosse qualcosa là fuori che mi permettesse di farlo. Ho sempre creduto che la mia incapacità di giocare dipendesse esclusivamente dall’inaccessibilità del gioco e non dalla mia disabilità (credo fortemente nel modello sociale della disabilità). Mentre cercavo una soluzione, ho trovato molti altri come me, che stavano lottando per giocare e che, a causa della loro disabilità, si sentivano allo stesso modo. Non ho mai rinunciato alla mia missione di giocare. Più tardi, negli anni, ho scoperto che i giochi erano incredibilmente inaccessibili dal punto di vista del software, così sono diventata una game designer per poterli rendere più accessibili.».

Eibhlin O’Riordan

È così che, insieme a Brandon, ingegnere con competenze nell’ambito della biomedica e dell’elettronica, Eibhlin progetta uno strumento in grado di consentirle la miglior esperienza di gioco possibile.

«É stato solo quando ho detto a Brandon del mio problema che ho pensato che sarebbe stato possibile rendere effettivamente accessibile anche l’hardware di gioco. Brandon ha preso l’idea di consentire ai giocatori disabili di costruire il proprio controller e ne ha fatto una realtà. Abbiamo unito le sue competenze e la sua passione per le start-up alle mie esperienze personali e alla mia conoscenza del game design e, insieme, abbiamo dato vita a ByoWave».

Eibhlin O’Riordan

Fiore all’occhiello di ByoWave è il Cube-E, uno strumento che promette di rivoluzionare l’esperienza di gioco per tutti: modulare, completamente personalizzabile e supportato da uno strumento web, consente all’utente di progettare varie build online prima dell’acquisto.

Gli elementi costitutivi del controller sono “cubi” neri dall’aspetto elegante con angoli arrotondati, i cui lati contengono varie opzioni di interfaccia: pulsanti, levette di movimento e tutti i componenti familiari all’interfaccia di gioco moderna. Si connettono tra loro in qualsiasi modo il giocatore possa immaginare, in base alle proprie esigenze e desideri.

L’assemblaggio è semplice, veloce e rende possibile sperimentare diversi design e alternarli, a seconda del gioco e dell’utente. Una app gratuita supporta questa flessibilità strutturale e consente una facile riprogrammazione delle unità di interfaccia, incluse le opzioni che possono attivare combinazioni da un singolo pulsante e modalità semplici per salvare una libreria di build per un uso futuro. Infinite possibilità a servizio dell’immaginazione dell’utente. Lo stesso strumento web da anche l’opportunità agli utenti di caricare e condividere i propri esperimenti di design, creando un forum comunitario che darà agli altri la possibilità di cercare ispirazione e prendere in prestito buone idee.

Giocatori con condizioni specifiche come la sindrome di Ehlers Danlos, possono condividere ciò che ha funzionato per loro con altri che potrebbero avere le stesse esigenze. Allo stesso modo, i fan di giochi specifici possono condividere le impostazioni che funzionano meglio per quel gioco in particolare, consentendo ai nuovi utenti di imparare dai più esperti.

Questo strumento web è prodotto in collaborazione con Trinckle, stimata azienda tedesca di stampa 3D. È dettagliato, facile da usare e completamente 3D; una piattaforma perfetta per il coinvolgimento della community e la conoscenza condivisa.

Il controller Cube-E è nelle ultime fasi di sviluppo. ByoWave offrirà inizialmente due diversi kit di costruzione a prezzi diversi, completamente autonomi ma compatibili tra loro, cosicché gli utenti abbiano la possibilità di combinare i componenti per espandere ulteriormente le loro opzioni di costruzione.

A fronte di una corposa raccolta fondi iniziale, Eibhlin e Brandon hanno in programma di lanciare una campagna Kickstarter nei prossimi mesi, al fine di eliminare gli ultimi ostacoli finanziari e dedicarsi alla piena produzione (ulteriori informazioni possono essere trovate sul sito web della società, contattando direttamente il team).

Se, come sosteneva Friedrich Schiller, «L’uomo è veramente uomo soltanto quando gioca», allora è necessario che tutti abbiano l’opportunità di farlo. Ecco perché il lavoro di Brandon, Eibhlin e di altri grandi e piccoli sviluppatori, che nell’accessibilità vedono una sfida, un’opportunità per migliorare e migliorarsi, è tanto importante e va supportato e aiutato a crescere, perché «disabilità non significa inabilità. Significa, semplicemente, adattabilità».

articolo di Carmela Chiara Corso

© Riproduzione riservata

Photo credit copertina: ByoWave