La serie di misteri della giovane investigatrice di casa Holmes
Quando si parla di letteratura e delitti, la mente corre inevitabilmente ad uno degli investigatori più geniali, astuti, eccentrici ed imprevedibili: Sherlock Holmes. Capace, con la sola forza dell’intuito e dello spirito d’osservazione, di risolvere casi apparentemente irrisolvibili. Eppure, all’interno della famiglia, Sherlock non è l’unico membro a fare sfoggio di strabilianti capacità investigative. Anche la più piccola degli Holmes, infatti, la giovane Enola pare essere la degna erede del fratello: uno spirito libero, intelligente, esuberante, spigliata e furba. Al tempo stesso anche indomita, selvaggia e ribelle, costretta a reggere il confronto e a ritagliarsi un proprio spazio all’interno di un nucleo familiare complesso e assai conosciuto.
Autoironica e carismatica, Enola ha quel senso di altera superiorità della sua famiglia, stemperato, tuttavia, da una certa fatica ad esserne all’altezza. Se Sherlock è infallibile, Enola è dotata ma ancora immatura. Tuttavia, grazie al suo modo di guardare alle cose con la curiosità tipica della sua età, riesce ad affinare e a tirare fuori la propria genialità. Uno specchio più fresco, sbruffone e romantico del caro vecchio Sherlock; una detective fatta e finita, appassionata e combattiva. Una donna che trova se stessa e il suo posto in un mondo solo apparentemente di uomini.
Nei panni della sedicenne Enola, nell’omonimo film Netflix diretto da Harry Bradbeer, l’attrice Millie Bobby Brown che, tra corsetti, fughe in treno, lotte a mani nude, enigmi da decifrare e risposte da trovare, porta sul piccolo schermo le avventure della giovane Holmes.
articolo di Carmela Chiara Corso
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