Un’archistar a Palermo
Il 31 gennaio 1857 nasce, a Palermo, Ernesto Basile. Palermo che, da lì a vent’anni, diventerà una delle città più in voga d’Europa. Figlio e allievo dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile, verrà ben presto considerato un’archistar.
Laureatosi nel 1878, alla Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri e Architetti di Palermo, inizia ad affiancare il padre. Dedito allo studio dell’architettura siciliana, partecipa al concorso del 1884 per la realizzazione del palazzo di Giustizia di Roma. Alla morte del padre gli subentra nel compimento dell’imponente Teatro Massimo Vittorio Emanuele.
Il progetto, inaugurato il 16 maggio 1897 con la prima del Falstaff di Verdi, gli apre le porte del successo.
Basile opera a Palermo, Roma e all’estero. Realizza numerosi edifici, sia pubblici che privati, e collabora con i principali artisti e designer dell’epoca: da Ettore De Maria Bergler a Vittorio Ducrot.
Si afferma in Italia come protagonista assoluto della stagione Liberty. Il suo nome diventa sinonimo di “archistar d’avanguardia”, grazie alla realizzazione dei padiglioni per la grande Esposizione nazionale italiana, ospitata a Palermo nel 1891.
In breve tempo approda a Roma. Nella capitale si occupa della costruzione di diverse dimore signorili, e viene ingaggiato per i lavori della nuova ala di Montecitorio. Si occuperà della Camera dei deputati (1902-1918) e del Transatlantico, importante aula ad emiciclo in cui, ancora oggi, si riunisce il Parlamento italiano.
Il nome di Ernesto Basile, a Palermo, è indissolubilmente legato a quello dei Florio. Nel corso di vent’anni vedono la luce alcuni degli edifici più iconici di Palermo. Villa Igiea, frequentata dall’élite della società europea; Villino Florio all’Olivuzza: lo Stand Florio a Romagnolo; Villa Florio Pignatelli ai Colli e il Padiglione Florio all’Esposizione Universale di Milano nel 1906.
La fama di Basile esplode in tutta la città, grazie ad opere come Casa Utveggio, Villa Deliella, Villa Paternò, Villino Monroy, Villino Ida Basile, Villino Rudinì, Villino Fassini, il Cineteatro Kursaal Biondo e la Cassa di Risparmio (oggi Grand Hotel Piazza Borsa). Altri iconici edifici sono rintracciabili a Messina, Licata, Ragusa, Modica, Reggio Calabria e Roma.
Un successo enorme dato dall’osservazione di quel dibattito artistico culturale europeo sviluppatosi tra XIX e XX secolo. Il suo stile nuovo è una miscellanea, una contaminatio di forme rinascimentali, arabo-normanne, elementi decorativi floreali, libertà volumetrica ed equilibrio. Tali elementi si uniscono alla sua indole eclettica, volta alla funzionalità; all’ambiente culturale e sociale, pregno di progressismo, che caratterizza la Sicilia di allora, e alla sua estesa formazione artistica.
Basile cura ogni dettaglio della produzione artistica, dalla progettazione alla lavorazione di ceramica, vetro, legno e tessuti. Un coinvolgimento totale che dà vita ad un immenso laboratorio a cielo aperto nella sua città natale.
“La perfezione è fatta di dettagli”
Michelangelo
Ernesto Basile muore nel 1932, all’età di 75 anni, lasciando alla città di Palermo un’eredità incommensurabile.
articolo di Carmela Chiara Corso
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