La Païva. Storia di una prostituta a Parigi

La Païva. Storia di una prostituta a Parigi

È quasi un assoluto della storia quello che vede nel sesso e nel potere un binomio potentissimo. È questo il caso di La Païva, al secolo Esther Lachmann, la più celebre cortigiana del regime di Napoleone III. Poche informazioni sulla sua vita prima dell’approdo, dalla fredda Russia, nella capitale francese, dove arriva senza il marito, in cerca di fortuna e riscatto sociale. Divenuta l’amante del compositore Henri Herz, fa il proprio ingresso negli ambienti dell’aristocrazia parigina ben presto, però, la poca parsimonia e lo spasmodico desiderio di un lusso al di fuori della sua portata, compromette la relazione che si interrompe malgrado la nascita di un figlio.

Senza più protezione e coperta di debiti, Esther lascia Parigi alla volta di Londra, dove si mantiene intrattenendo uomini ricchi e facoltosi. È qui che conosce e sposa il marchese Albino Francesco Araújo de Paiva, dal quale ottiene il tanto ambito titolo nobiliare (che manterrà come soprannome per il resto della vita), e che lascia subito dopo, fredda e lapidaria, con un biglietto: “Tu torni in Portogallo, io devo rimanere a fare la puttana”. Il suicidio dell’uomo, distrutto dall’abbandono, contribuisce ad alimentarne la fama.

Ottenuto l’annullamento del matrimonio sposa il ricchissimo conte Guido Henckel von Donnersmarck. Tra i presenti ricevuti si annoverano una collana di diamanti a tre fili (appartenuta, pare, all’imperatrice Eugénie), e, addirittura, nel cuore degli Champs Élysées, l’Hôtel de la Païva, realizzato in onice giallo e dorato, kitsch nello stile e negli arredi, perfetta rappresentazione iconografica degli anni del Secondo Impero. I pettegoli dell’epoca lo definiscono “Louvre de cul” commentando come all’edificio mancasse «solo il marciapiede…».

In barba alle malelingue, nella nuova veste di contessa, rientra a pieno titolo nei salotti nobiliari francesi organizzando grandi e sfarzose serate danzanti, alle quali partecipano i letterati del’epoca come Gutave Flaubert ed Émile Zola.

Una donna misteriosa e affascinante, dotata di una personalità magnetica, di arguzia, determinazione e ambizione, che le hanno consentito di farsi strada negli ambienti che contano e imprimere la sua impronta nella storia.

articolo di Carmela Chiara Corso