La Sfera Armillare. Rappresentazione dell’Universo

La Sfera Armillare. Rappresentazione dell’Universo

Felice e fortunato connubio quello tra arte e scienza che, come sostiene Ernesto Carafoli, trova notevoli affinità tra le due forme di sapere che esse producono. E se la prima possiede il suo oggetto senza conoscerlo, la seconda lo conosce senza possederlo. Due realtà, dunque, che si incontrano e si completano a vicenda.

Una delle prime rappresentazioni artistiche di concetti scientifici riguardano sicuramente il cielo e le stelle, materia in cui popolazioni come gli egizi, i fenici e i greci erano esperti conoscitori. Tra queste una tra le più celebri è la cosiddetta Sfera Armillare, lo «strumento astronomico che rappresenta le orbite solide dei pianeti e del Sole. Generalmente la sfera armillare rispecchia la visione geocentrica dell’universo, propria del sistema tolemaico, ma ne esistono anche variazioni eliocentriche o copernicane» (rif. Museo Galileo, Firenze)

Conosciuto anche come “astrobolario sferico”, è formato da anelli detti armille, generalmente di metallo, ciascuna delle quali rappresenta uno dei circoli della sfera celeste. Le armille fisse rappresentano il meridiano e l’orizzonte, mentre quelle mobili, che seguono la rotazione diurna, indicano l’equatore, l’eclittica, il coluro solstiziale e altri circoli della sfera celeste.

Secondo le fonti, inventata da Eratostene nel III secolo a.C., è dunque un modellino del sistema solare, una sorta di planetario da tavolo ante litteram. Rappresentato, in pieno Rinascimento, da Sandro Botticelli ne Sant’Agostino dello studio, ne abbiamo un esempio assai più antico in un mosaico pavimentale all’interno dell’area archeologica dell’antica città di Solunto, nei pressi di Palermo. In questo mosaico, gravemente deteriorato dal tempo, è possibile osservare lo strumento astronomico descritto da Tolomeo nell’Almagesto nel II secolo d.C.

Durante il Medioevo, in numerose miniature, soprattutto arabe, è rappresentato l’oggetto tenuto tra le mani da Tolomeo o da altri astronomi. In quegli anni sarà Giovanni Dondi dell’Orologio, professore all’Università degli Studi di Padova, ad “inventare” una nuova versione della sfera armillare, poi collocata sulla torre del Bo nel 1581.

Negli anni del Rinascimento, scienziati e altre figure pubbliche usavano farsi ritrarre con in mano una sfera armillare, simbolo di saggezza e conoscenza. Esempio è l’opera tardo – gotica di Gentile da Fabriano. La sfera ritornerà anche dei dipinti del fiammingo fiammingo Giusto di Gand, che ritrae personaggi come Tolomeo, Seneca e Platone accanto all’astrobolario, di Giorgione (Giovanni Borgherini col maestro astrologo – 1505), di Jan Gossaert (Ritratto della Principessa Dorotea di Danimarca – 1530), di Guercino (Personificazione dell’Astrologia – 1650) e dell’opera di Ignazio Danti sulla facciata della Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze.

Articolo di Carmela Corso

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