Mata Hari

Mata Hari

La danza fatale della spia che stregò il mondo

Danzatrice bella e sensuale, dotata di un fascino ed una carisma irresistibili, ma, soprattutto, conturbante e misterioso agente segreto, passato alla storia come la più celebre delle spie internazionali. Il suo nome è Mata Hari, un personaggio chiave degli anni a cavallo tra la Belle Époque e la prima guerra mondiale.

La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento

Mata Hari

Al secolo Margareta Geertruida Zelle – questo il nome di battesimo – nasce a Leeuwarden il 7 agosto 1876. Archiviati gli studi da insegnante, appena ventunenne, in risposta ad un’inserzione sul giornale, sposa il capitano Rudolph Mac Leod. Il matrimonio, però, si rivela un fallimento e la giovane Margareta si trasferisce a Parigi dove inizia una carriera da modella, cavallerizza e danzatrice, sfruttando l’interesse e il successo della danze esotiche presso il pubblico francese. In breve tempo, conquista uomini e fama grazie alle sue suggestive coreografie orientali. Le sue movenze, audaci e maliziose rapiscono, in egual misura, magnati e politici che intuiscono rapidamente l’enorme potenziale rappresentati da una bellezza esotica e procace, facilmente sfruttabile per i propri scopi.

Mata Hari – poliglotta, quasi apolide – è, infatti, un’infaticabile viaggiatrice con il debole per le uniformi; frequenta gli ambienti e i personaggi giusti e ha un’irrefrenabile sete di denaro, indispensabile per appagare il suo desiderio di vivere nel lusso più sfrenato. Un personaggio prezioso per i servizi segreti, facile da comprare e (almeno in apparenza) da gestire. Mossa da spirito di avventura e dalla prospettiva di facili guadagni, Mata Hari diventa, dapprima, una semplice informatrice dei tedeschi, per poi convertirsi in una vera e propria una spia con il nome in codice di H-21.

Sono tempi pionieristici, in cui la seduzione gioca un ruolo importante ma che, tuttavia, lascia le donne fuori da ogni ragionevole sospetto. Greta Zelle, Lady MacLeod, Clara Benedix, sono solo alcuni degli alias usati dalla giovane che, grazie ai suoi “convincenti” modi e all’arma della malìa, Mata Hari viene a conoscenza di molti segreti nei momenti in cui la Prima Guerra Mondiale si profila all’orizzonte. Iniziano, così, per lei una serie di viaggi che la porta in giro per tutta l’Europa.

Entrata nella rete dei giochi di potere, forte delle protezioni altolocate di cui gode, l’agente Mata Hari capisce che il ruolo di spia dei tedeschi le sta stretto e decide, così, di iniziare un pericoloso gioco di controspionaggio con i servizi dell’intelligence francesi. La crescente popolarità e la continua e indiscreta frequentazione di ambienti militari e politici, tuttavia, alimentano in breve tempo i sospetti attorno alla sua figura.

L’accusa di spionaggio viene formalizzata a carico di Margherita Gertruida Zelle nel 1917. Sembra che ad orientare il destino di Mata Hari verso il plotone di esecuzione sia un dispaccio radio inviato a Berlino dall’addetto militare tedesco in Spagna e intercettato dal controspionaggio francese, in cui la famosa ballerina viene identificata come Agente H-21“.

Se qualcuno dichiara di avermi fornito informazioni segrete, il crimine lo ha commesso lui, non io

Gli storici hanno a lungo dibattuto, in questi anni, se Mata Hari sia effettivamente da considerare un’infiltrata dell’intelligence tedesca in Francia o se, al contrario, il suo personaggio – intrigante e popolarissimo – possa essere servito come capro espiatorio per sviare l’attenzione dagli sviluppi delle operazioni militari della Grande Guerra e trovare nello stesso tempo un facile colpevole. Troppi i quesiti irrisolti intorno ai capi d’accusa. Certo è che molte cose vengono insabbiate dagli stessi francesi, che fanno della sua una punizione esemplare, ma non hanno interesse a che si sappia tutta la realtà dei fatti.

Quale che sia stato il suo ruolo negli equilibri politici del suo tempo, Mata Hari si ribella al destino incombente e rigetta fino alla fine le accuse a suo carico, proclamandosi innocente. Dopo una lunga istruttoria, la corte francese emette, dopo un breve processo, la condanna per spionaggio a favore della Germania. La sentenza è di morte per fucilazione eseguita il 15 ottobre 1917.

State sicuri che saprò morire senza paura. Farò quella che si chiama una bella morte

Anche nelle battute finali che precedono l’esecuzione Mata Hari mantiene la fierezza e il coraggio che l’hanno sempre contraddistinta. Secondo quanto raccontano le fonti, si veste con la sua consueta eleganza: cappello in paglia di Firenze con veletta, mantello sulle spalle e guanti e, accompagnata da due suore – Léonide e Marie – si fa battezzare dal pastore Arboux. Scortata da quest’ultimo, dall’avvocato Clunet, dai dottori Bizard, Socquet, Bralet, dal capitano Pierre Bouchardon e dai gendarmi nell’ufficio del direttore, scrive tre lettere – mai spedite dalla direzione del carcere – indirizzate alla figlia Jeanne Louise, al capitano Masslov e all’ambasciatore d’Olanda Cambon.

Alle 06:30 di un freddo e plumbeo mattino, giunge Castello di Vincennes dove trova ad accoglierla un plotone d’esecuzione che la saluta presentando le armi. Ricambiato più volte il saluto, è legata al palo e rifiuta con fermezza la benda per poter fissare di fronte a sé i dodici fanti incaricati di giustiziarla. Dei dodici colpi sparati, solo quattro la colpiscono: uno sulla coscia, uno sul ginocchio, uno sul lato sinistro ed uno, letale, al cuore. Un quinto colpo viene inferto dal maresciallo Pétey alla nuca quando è ormai morta. Non reclamata, la salma viene trasportata all’Istituto di medicina legale di Parigi, sezionata ed, infine, sepolta in una fossa comune.

L’esecuzione da parte dell’esercito francese pone fine alla vita di Margareta Geertruida Zelle e consegna alla storia la leggenda di Mata Hari, femme fatale e misteriosa spia capace, con la sola forza della seduzione, di alterare e sconvolgere gli equilibri di un intero continente.

articolo di Carmela Chiara Corso

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