Il convento e la chiesa, patrimonio mondiale dell’Unesco
La conquista normanna della Sicilia pone le basi per la creazione di uno scrigno di tesori architettonici dal valore inestimabile.
La chiesa di San Giovanni degli Eremiti, situata nel centro storico di Palermo, sorge appena sotto le mura del Palazzo Reale. Fiore all’occhiello delle architetture cittadine, dal 2015 è parte dell’itinerario arabo normanno e patrimonio dell’UNESCO.
Il complesso, sorto tra il 1132 e il 1148, per volontà di Ruggero II, si erge sulle strutture di un precedente convento dedicato a S. Ermete. È dalla storpiatura di “Ermete” che deriva, presumibilmente, il titolo “Eremiti“.
«In questo stesso sito la tradizione tramanda l’esistenza, durante la dominazione bizantina, di uno dei sei monasteri fondati da papa Gregorio Magno nel 581 nel territorio palermitano, il monastero di Sant’Ermete, che, secondo Rocco Pirro, sarebbe stato distrutto nell’842 dai Saraceni. L’identificazione della sede del monastero in questo luogo, dove già esisteva una chiesetta ipogeica sepolcrale, dedicata a San Mercurio, è stata avanzata da alcuni studiosi sulla base della corrispondenza tra Ermes, Mercurio, ed Eremiti, che spiegherebbe la denominazione poi data al monastero normanno di San Giovanni degli Eremiti. Tesi quindi che si fonda sulla permanenza nella toponomastica del sito tramandata dalla tradizione orale ma non suffragata da documentazione archivistica o da resti architettonici.»
Teresa Torregrossa
Con una pianta a crux commissa, ossia a forma di “T”, tipica delle architetture religiose del tardo evo antico, presenta una compatta e regolare volumetria.
Una struttura caratterizzata da proporzioni armoniose, da forme geometriche semplici e da un raffinato accostamento di volumi. Il modulo costruttivo interno della chiesa, orientato ad est e privo di decorazioni, è scandito da una struttura cubica ripetuta 5 volte: 2 nelle campate dell’unica navata, 3 nel transetto. Al di sopra, invece, spiccano le 5 iconiche cupolette rosse.
Il quadrato, simbolo della Terra, del Creato, dello Spazio e della perfezione divina, e il cerchio, rappresentazione dell’elevazione spirituale, del Cielo, del Tempo e di Dio, sono forme geometriche ricorrenti sia nelle strutture architettoniche islamico – fatimita che bizantine.
È nel 1880 che, durante i restauri, viene alla luce un preesistente edificio di età islamica, a destra del transetto della chiesa (sul lato del diaconicon). Una sala rettangolare, un portico, un cortile scoperto, dei pilastri e delle colonne, che dividevano il suo interno, di cui oggi restano solo le basi. I probabili resti della precedente moschea, o semplice sala di preghiera, vengono riconvertiti, in epoca normanna, a sala per usi religiosi cristiani, mentre il recinto scoperto a cimitero per i membri della corte.
«La disposizione originaria degli ambienti del monastero normanno si può soltanto ipotizzare riferendosi alla ricostruzione della loro sistemazione avanzata da V. Crisafulli e V. Di Giovanni e confrontando il rilievo degli edifici esistenti con quelli che si possono individuare in una planimetria antecedente alle demolizioni autorizzate dal Comune nel 1875 allo scopo di liberare la chiesa dall’edilizia che nei secoli vi si era addossata.»
Vincenzo Crisafulli, Vincenzo Di Giovanni
Una delle caratteristiche tipiche della chiesa è il colore rosso delle cupole che, però, non è originale. La scelta cromatica, infatti, risale ai restauri dell’architetto Giuseppe Patricolo che male interpreta la tinta originaria del cocciopesto, il rivestimento di calce, sabbia e frammenti di coccio, precedentemente di colore rosato.
Tra gli elementi di rilievo vanno citati il campanile gotico, che si erge sul volume dell’abside di sinistra (prothesis), e il chiostro, a pianta quadrata, con giardino rigogliosissimo, «dove fra l’altro fioriscono e profumano la mimosa selvatica sensitiva, il pompelmo, il papiro, l’arancio, il gelsomino».
«I Normanni che instaurarono la loro dinastia in Sicilia nel 1072, distruggono i monumenti, non la tradizione dell’architettura bizantina e araba. San Giovanni degli Eremiti a Palermo è araba nel nitido rapporto tra i corpi cubici e le cupole emisferiche».
Giulio Carlo Argan
Info utili
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- Visitabile da lunedì a sabato 9.00 – 18.00 / domenica e festivi 9.00 – 13.30
- Ticket: Intero €6,00 / Ridotto €3,00 / Gratuito (under 18 anni, insegnati, studenti universitari)
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articolo di Flavia Corso
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