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U cannistru - TACUS
  • Palermo

U cannistru

U cannistru

Cornucopia di raffinate delizie culinarie, ‘U cannistru, il cesto, è l’elemento decorativo, l’oggetto feticcio di una delle feste più care alla tradizione popolare isolana: la festa dei morti.

I bambini aspettano tutto l’anno l’arrivo dei morti che, per celebrare il ricongiungimento ai propri cari, portano loro in dono dolciumi, biscotti, frutta secca e altre leccornie, sapientemente disposte all’interno del Cannistru, un particolare cesto (realizzato solitamente in vimini) decorato che, attraverso l’utilizzo di cibarie tradizionali, esorcizzare l’idea della morte, trasformando il giorno dei morti in un’occasione festa, in cui ricordare con affetto, senza angosce o tristezze, i propri cari che tornano sulla terra per donare la vita.

Cunzare ‘u cannistru è un’operazione complessa che richiede un’attenta e accurata preparazione. Rappresenta l’offerta che i vivi porgono alle anime dei defunti, per ringraziarli della veglia e della protezione di questi ultimi sui membri della famiglia.

Ogni decoro, ogni alimento presente nel cannistru è il frutto di un’appurata ponderazione e può anche richiedere giorni. Niente è lasciato al caso, ogni elemento ha un preciso carattere propiziatorio. L’allestimento del cannistru diventa un momento di unione e condivisione che coinvolge tutta la famiglia, durante il quale si raccontano aneddoti su nonni, zii e parenti. Non è soltanto la storia ma anche il senso di appartenenza, le radici famigliari che si tramandano di generazione in generazione, attraverso ricordi e racconti.

All’interno del cesto, troneggia lei, la Pupaccena (o “pupa a cena”), dolce di zucchero antropomorfico rappresentante figure tradizionalmente legate all’immaginario dei bambini, nelle forme di paladini o ballerine. Attorno alla pupaccena prende, poi, posto la frutta secca, ‘u scacciu: calia, nocciole, arachidi, carrube secche, castagne e fave tostate. Semi che rappresentano simbolicamente i corpi senza vita dei defunti all’interno dei quali è però custodito il germe della vita stessa.

Immancabili, poi: ‘a murtidda (bacca verde del mirto nero, tradizionalmente legato alla figura della dea Afrodite ed ai morti e considerato un anafrodisiaco, simbolo di un amore spirituale verso i defunti); le nespole d’inverno e le omincelle (tipici frutti autunnali) ed il melograno, da sempre legato al mondo della terra e considerato simbolo di fertilità.

Ad accompagnare i frutti, i tradizionali biscotti. Tra questi, in particolare, le ossa ri muorti, che rimandano chiaramente al mondo dei defunti, i tetù, i mustazzola (biscotti di pasta frolla con un ripieno di vino rosso) e la frutta di martorana (dolci a base di pasta di mandorla) simile, nella forma e nei colori, alla frutta fresca. Ad ultimazione completata il cannistru viene esposto in casa, per qualche giorno, in un luogo dove possa essere anche apprezzato da parenti e amici, come auspicio di benessere e prosperità per l’avvicinarsi dell’inverno.

di Carmela Corso

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